I gioielli di Geronimo
Quando abbiamo preso con noi Geronimo abbiamo valutato una serie di opzioni relative alla sua futura vita da gatto maschio adulto, nel senso che pensavamo di metterlo in condizione di non procreare ma contemporaneamente consentirgli di vivere pienamente la sua vita. Abbiamo discusso a lungo tra di noi, con gli amici e con il veterinario: Giovanni sosteneva che si poteva tranquillamente optare per una vasectomia e io ero abbastanza d'accordo.

Questo fino a martedì scorso.

Mercoledì mattina ci siamo svegliati con la casa impregnata di un olezzo che assomigliava terribilmente ad una "Eau de chat en chaleur". Sono corsa in bagno a verificare se l'odore usciva dalla cassettina, ma purtroppo la cassettina era pulita e ordinata, e anche se l'odore che sprigionava non era dei migliori, sicuramente non aveva nulla a che fare con quello che minacciava di soffocarci. Ci siamo arresi al primo cenno di battaglia, lo confesso, abbiamo chiamato il veterinario e abbiamo fissato l'operazione di sterilizzazione di Geronimo per l'indomani pomeriggio.

Chi lo dice che i gatti non parlano? Dialogano benissimo tra loro, invece, e sicuramente Birba ha avuto modo di raccontare a Geronimo con dovizia di particolari le fasi preparatorie all'ordalia cui lei è stata sottoposta solo qualche settimana fa: digiuno forzato, inserimento nel trasportino e arrivo dal vet, iniezione e perdita della coscienza... risveglio terribile, saporaccio in bocca, incapacità di mettere a fuoco e di restare in equilibrio. E poi insomma, la pancia così pelata, senza il suo bel pelo proprio no! Così quando abbiamo iniziato a tenere a secco Geronimo, la belva ha iniziato a preoccuparsi e a protestare. Quando poi abbiamo tirato fuori il trasportino nel primo pomeriggio, dopo le lunghe ore di digiuno, qualcuno ha fatto due più due e ha capito che stava per succedere qualcosa. Così ha reagito nel modo più naturale: si è messo fuori portata, in cima al frigorifero, dove per recuperarlo serve la scala. Da lì è rimasto impassibile ad assistere ai nostri frenetici tentativi di farlo scendere, finché alla sottoscritta non è venuta un'idea brillante e molto poco corretta: ho aperto una busta di cibo. Il poverino, provato dalle lunghe ore di digiuno, si è fiondato giù dal frigorifero verso il cibo, ma è stato intercettato da Giovanni e messo finalmente nel trasportino.

Fatemi scendere se ci riuscite!
Dal veterinario altre scene da tragedia greca: ripetuti tentativi di fuga e quindi, quando l'ago con l'anestetico l'ha colpito, Geronimo ha lanciato un urlo del tipo "Aiuto mamma, mi sgozzano!". Poi è scappato e ha cercato rifugio nei vari anfratti dello studio del veterinario. Per fortuna alla fine si è addormentato senza farsi male.

Alla sera sono andata a riprenderlo. Poverino, era ancora stordito, continuava a ringhiare e non voleva essere toccato. Siamo andati insieme a prendere Giovanni in ufficio, quindi siamo tornati tutti a casa. Le micie l'hanno annusato e Birba ha iniziato a ringhiare anche lei, mentre Ariel non riusciva a capire cosa fosse successo al suo amico. Evidentemente per sottrarsi alle attenzione indesiderate, Geronimo ha deciso ad un certo punto che non ne poteva più e che doveva trovare un posto sicuro dove poter dormire in pace. Avete presente cosa vuol dire essere svegliati nel cuore della notte da un botto tipo petardo che scoppia nel bagno attiguo alla vostra camera da letto? Bene, io ho fatto un salto sul letto (Giovanni invece è andato avanti a dormire...) e sono corsa in bagno a vedere cosa era successo. Geronimo era in alto, sul bordo del box doccia, e per terra c'era il mastello di plastica, quello che uso per trasportare la biancheria lavata e ancora bagnata fino allo stendibiancheria. Il mastello di solito si trova sopra un pensile, all'altezza di due metri e qualche. Geronimo è salito con calma sul pensile, si è acciambellato e si è messo a dormire come un angelo. Io invece sono tornata a letto con pensieri molto meno angelici nella testa...

La mattina dopo Geronimo si è svegliato in condizioni decisamente migliori e ha iniziato a esaminare le sue parti intime. Si è accorto subito che qualcosa non andava, il pelo in quel punto lì mancava del tutto e intorno era diventato arancione da bianco che era... Ariel ha cercato di convincerlo a giocare con lei, ma Geronimo non ha gradito l'iniziativa e ha reagito soffiando e ringhiando. Birba invece ha deciso che era suo compito precipuo ripulire il suo miciotto preferito dall'odore che gli era rimasto addosso dalla visita dal veterinario, per cui ha iniziato a leccarlo coscienziosamente. Peccato che abbia cercato di leccarlo anche . Geronimo ha fatto un salto e si è tirato indietro. Birba non ha gradito e ha riempito il povero Geronimo di zampate sulla testa. Per fortuna le cose si sono appianate abbastanza rapidamente! Geronimo è andato a dormire e Ariel si è messa accanto a lui con aria protettiva, come se quel soldo di cacio potesse fare qualcosa per difenderlo!
 

Ariel e Geronimo...

Il colmo comunque Geronimo l'ha toccato a metà mattina, quando si è avventato sulla ciotola che avevo preparato per le micie. E pensare che il veterinario aveva detto che doveva restare a digiuno fino al pomeriggio! Ma chi aveva il coraggio di togliergli la ciotola?
 

Milano, 15 novembre 1999