E adesso?
Tutto è iniziato la scorsa settimana, quando ho ricevuto la telefonata di Laura, una volontaria di AmiciMici, che ci chiedeva se avevamo la possibilità di aiutarli a diffondere su Internet la loro disponibilità di micetti da adottare. In realtà più che di "disponibilità" si potrebbe parlare di "abbondanza", visto che in questo periodo ne hanno un centinaio più o meno pronti per le adozioni... ma questa è un'altra storia che vi invito a seguire nella sezione AmiciMici del sito di Birba, se volete dargli una mano.

Abbiamo preso accordi per andare sabato al gattile di Busto Arsizio, dove avevamo in previsione di scattare un bel po' di foto e di girare qualche filmato da mettere poi sul sito (sempre che la scheda grabber riprenda a funzionare come si deve, grrrrrrr!). L'ambiente del gattile, per quanto curato e pulito, non è comunque il posto ideale per un gattino di pochi mesi. In realtà non è il posto ideale per NESSUN gatto, ma si sa, in certe situazioni il gattile è meglio che niente. Così abbiamo iniziato la nostra opera di reporter, scattando foto ai micetti della nursery, cercando le inquadrature migliori e le espressioni più simpatiche, usando anche la videocamera per filmare in modo da poter poi estrarre foto dai filmati.

Visto che le foto le faceva Giovanni, è stato abbastanza logico che i micini li prendessi in mano io, e così è stato per molti di loro. Alcuni erano decisamente amichevoli, altri soffiavano a più non posso, due erano con la loro mamma e per quanto curiosi non parevano molto interessati a quello che succedeva fuori dalla loro gabbia, un paio di cucciolate si davano il cambio a miagolare chiedendo invece la pappa a gran voce... Arrivati a queste ultime gabbie, Rossana, la volontaria che ci ha seguiti nel giro e ci ha presentato i vari micetti, ha estratto un gattino che ho tenuto in mano per un po' mentre Giovanni faceva qualche foto, poi è toccato alla sorellina.
 

Il piccolino al gattile, quando ancora non aveva un nome

Dopo aver concluso le foto a quest'ultima cucciolata, siamo passati a vedere gli altri ospiti del gattile: gatti anziani abbandonati dalle loro famiglie per motivi diversi, gatti adulti raccolti per strada, gatti in cattive condizioni di salute (pochi questi, per fortuna... c'era una gattina bianca che si era ustionata terribilmente con il sole e si era letteralmente bruciata le orecchie, con il pelo in fase di ricrescita perché comunque era in via di guarigione) che ovviamente erano tenuti accuratamente separati dagli altri, mentre quelli in buona salute avevano a disposizione un recinto esterno e una stanza interna dove stare al coperto riparati, collegati da un corridoio di rete.
 

La sorellina, anche lei al gattile, mentre si fa conoscenza.

Durante il giro mi sono resa conto improvvisamente che il gattino che avevamo fotografato per ultimo era rimasto "misteriosamente" incollato alle spalle di Giovanni: ci si era appollaiato sopra e nonostante gli spostamenti a cui era sottoposto, inclusa un'uscita all'aperto, non aveva alcuna intenzione di spostarsi da lì. A questo punto mi sono resa conto che il micetto non sarebbe rimasto nel gattile per molto tempo, però... però io preferivo la sorellina! E così i micetti sono stati messi in una gabbietta, gentilmente prestata dai volontari del gattile che ridevano apertamente per il comportamento del gattino, e sono venuti via con noi.

Il viaggio di ritorno verso Milano è stato incredibile: il gattino ha sfoderato un vocione da tenore e ci ha assordati per tutti i venti chilometri che separano il gattile dal nostro ufficio, dove eravamo diretti per iniziare a elaborare il materiale raccolto. Per questo motivo abbiamo deciso che un ottimo nome per lui poteva essere "Eolo", il dio del vento, che doveva avere dei polmoni eccezionali per scatenare le tempeste!

La sorellina non era da meno, ma per lei abbiamo deciso di usare il nome di Ariel, per ricordare la nostra piccola che se n'è andata tanto presto. Certo che questa non ha nulla dello spiritello etereo, come inizialmente sembrava Ariel, ma è una specie di terremoto sempre in movimento, come in effetti era diventata Ariel dopo qualche settimana trascorsa con noi. Chissà se lo possiamo considerare un segno che la nostra Ariel guarda dal Ponte i micini che abbiamo con noi adesso e gli sta dando una serie di consigli su come comportarsi...
 

Eolo in ufficio, durante la fase di isolamento.

In ufficio Eolo e Ariel si sono comportati da veri gentilgatti: hanno esplorato attentamente tutto l'ambiente e poi hanno iniziato a lanciarsi in corse a perdifiato, mordendosi selvaggiamente tra loro e cercando di sottoporre allo stesso trattamento anche le nostre mani. Ma si sono scatenati soprattutto sulle nostre gambe: dovreste vedere i segni che ha Giovanni sui polpacci, che le pesti usano come castello da conquistare!
 

Ariel in ufficio, mentre decide dove saltare.

Volete sapere come vanno le cose con Birba e Geronimo? Ve lo racconto la prossima volta, non vorrete mica che bruci le mie cartucce tutte in un colpo solo!!!
 

Milano, 16 giugno 2000